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domenica 27 febbraio 2011

L’iconostasi cardine fondamentale delle Chiese d’Oriente.

L'iconostasi (dal greco eikonostasion, eidonostasis, posto delle immagini, da eikon, immagine, e histemi posto) è una parete divisoria decorata con delle icone che separa la navata delle chiese ortodosse dal presbiterio (santuario) dove viene celebrata l'Eucaristia.
Le chiese di tradizione bizantina sono quasi tutte orientate con l’altare verso est, mentre la porta principale si trova ad ovest.
Mirabile esempio di chiesa che rispetta i canoni è quella del monastero di San Sergio in Russia.
Le chiese orientali si dividono in particolare  in tre parti: il vestibolo o nartece, la navata ed il santuario equivalente al presbiterio della tradizione   latina.
La navata è separata dal santuario da un tramezzo in legno o muratura chiamato iconostasi
Quella di centro, più larga e più ornata, è detta la porta bella  o la porta imperiale, che i semplici fedeli ed i chierici, non ancora ín sacris, non possono varcare. La porta bella è chiusa da due battenti di varia altezza e da una tenda . Solitamente rimane chiusa eccetto che in alcuni momenti particolari delle celebrazioni. Si trova in corrispondenza dell'altare . Le due porte laterali sono chiamate: quella di destra porta sud  o del Diakonikon e quella sinistra porta nord (voria) o della Prothesis. Da queste porte possono accedere nel santuario i chierici non ancora ordinati.
Contemporaneamente, in Occidente, vi era l’usanza di nascondere il presbiterio con un'iconostasi priva d’icone  con delle tende ( che scomparvero definitivamente solo in epoca barocca (XVII sec.).
Secondo il principio teologico che sta dietro a queste scelte  ancora inalterato in tutto l’oriente cristiano, le cose sante non possono essere svelate perché esiste una gradualità con la quale l’uomo viene educato e si avvicina alla fede. Lo stesso credente, oramai avanzato negli anni, conosce che non può sapere tutto e subito e che esiste sempre un limite oltre al quale il suo sguardo raziocinante flette le ali e cade al suolo.
Tale conoscenza  si è mantenuta inalterata in tutto l’Oriente cristiano.

sabato 26 febbraio 2011

Transverberazione

E’ un termine appartenente esclusivamente all’agiografia cattolica.
La transverberazione (dal latino trans verberatio: da transverberare, cioè trafiggere, trapassare da parte a parte),  è l'esperienza mistica attribuita ad alcuni fedeli che verrebbero feriti dall'intervento sovrannaturale di Dio o di creature angeliche.
Tra i casi più celebri quello di santa Teresa d’Avila  il cui cuore sarebbe stato trafitto durante un'estasi da un angelo con una freccia infuocata e di San Pio da Pietrelcina. Egli disse di vedere una figura, probabilmente angelica, che con una lancia creò i segni della Passione del Signore.A
L’opera del Bernini di cui si riporta l’illustrazione è l'Estasi di Santa Teresa che  è direttamente ispirata ad un celebre passo degli scritti della santa, in cui ella descrive una delle sue numerose esperienze di rapimento celeste:
« Un giorno mi apparve un angelo bello oltre ogni misura. Vidi nella sua mano una lunga lancia alla cui estremità sembrava esserci una punta di fuoco. Questa parve colpirmi più volte nel cuore, tanto da penetrare dentro di me. II dolore era così reale che gemetti più volte ad alta voce, però era tanto dolce che non potevo desiderare di esserne liberata. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l'angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore per Dio. »
(Santa Teresa d'Avila, Autobiografia, XXIX, 13)

Tutto quanto è riportato da Santa Teresa è raffigurato pertanto in modo mirabile da Bernini nella sua composizione marmorea, con il corpo completamente esanime e abbandonato della santa, il suo volto dolcissimo con gli occhi socchiusi rivolti al cielo e le labbra che si aprono per emettere un gemito, mentre un cherubino dall’aspetto di fanciullo giocoso, con in mano un dardo, simbolo dell'Amore di Dio, scosta le vesti della santa per colpirla nel cuore.

giovedì 24 febbraio 2011

Leggenda e realtà della scuola medica salernitana

Se non hai medici a portata di mano, ti facciano da medici queste tre cose: mente serena, riposo e moderazione nel mangiare.
 Non metterti a tavola, se non senti lo stomaco vuoto e libero dal cibo del pasto precedente.
 Se non vuoi avere problemi, comincia ogni pranzo con un bel bicchiere di vino.
 L'anice rende più limpido lo sguardo e ristora lo stomaco.
 Il seme di finocchio apre anche gli spiragli dell'ano.
Durante i pasti, bevi poco e spesso.
 Se vuoi dormire bene, alla sera mangia poco.
Formaggio e pane è cibo per chi è sano.
Le rape giovano allo stomaco, ma producono flatulenze
 Sono celebri aforismi dell’antica scuola medica salernitana che rappresenta una pietra miliare nella storia della medicina.
La prima testimonianza certa e documentata dell'esistenza di questa scuola è datata  IX secolo; in quel periodo, la pratica medica era soprattutto ad appannaggio dei monaci, che preparavano, nelle loro erboristerie, medicamenti vari partendo dal trattamento delle erbe, che essi stessi coltivavano nei loro orti. .
Una leggenda narra che la costituzione della Scuola Salernitana fosse dovuta all'incontro di 4 medici: un romano, un greco, un arabo ed un ebreo, che, mettendo insieme le loro conoscenze, portarono un vasto bagaglio di esperienze diverse che fu poi la caratteristica più grande della scuola.Il primo grande pregio della Scuola Salernitana fu quello di occuparsi non soltanto dei malati, ma anche dei sani, di fare, cioè, prevenzione, una pratica completamente sconosciuta a quel tempo, sebbene già Ippocrate
ne avesse messo in evidenza l'importanza.
La scuola dopo un periodo di grande fulgore che ebbe il culmine nel XV secolo fu definitivamente chiusa nel secolo XIX  da Gioacchino Murat .

martedì 22 febbraio 2011

Tiremm innanz.

La frase "Tiremm innanz" è emblematica del pricipio, ahimè non sempre seguito di dire no a facili compromessi in cambio della rinunzia dei propri principi morali.Il celebre detto, utilizzato non sempre  in modo corretto affonda le radici nei moti risorgimentali che hanno preceduto l’Unità d’Italia.La frase per l’esattezza è stata pronunciata da Amatore Sciesa,  un popolano, di professione tappezziere che nel 1850 entrò in contatto con alcuni gruppi clandestini repubblicani che lottavano contro il dominio che l'Austria deteneva sul Lombardo Veneto. Si era ad appena due anni dalle cinque giornate e il governatore generale feldmaresciallo Radetzsky perseguiva una politica ferocemente repressiva, che non lasciava altro scampo ai lombardi che la sottomissione, la forca o l'esilio.
Amatore Sciesa fu fermato  perchè diffondeva manifesti rivoluzionari. Fu arrestato e condannato alla forca.
Ebbene secondo la tradizione popolare a un gendarme che, conducendolo al luogo di esecuzione, l'aveva fatto passare sotto le finestre di casa sua, esortandolo a rivelare i nomi di altri rivoluzionari in cambio del rilascio, avrebbe risposto: "Tiremm innanz!" ("Andiamo avanti!").



domenica 20 febbraio 2011

La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta.

E’ a tutti noto il detto:
La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta.
Dovrebbe non solo essere pura e fedele ma anche apparire impeccabile e seria a tutti coloro che la frequentano.
Quale è l’origine del  celebre modo di dire?
Ci viene tramandato da Plutarco, che,nel decimo capitolo della Vita di Giulio Cesare, ci dice che in occasione di una festa dedicata alla dea Bona, cui potevano partecipare soltanto le donne, Pompea, moglie di Cesare, accolse nella sua abitazione, un suo spasimante, Publio Clodio, travestito da suonatrice.
L’inganno  tuttavia venne scoperto e Clodio  fu scacciato via ei trascinato in tribunale.
Cesare, fu citato come testimone. Alla domanda del pubblico ministero, rispose che non conosceva personalmente Clodio e che non sapeva nulla delle sue malefatte. Il magistrato non sembrò’ convinto di quella risposta e pregò il dittatore di essere più’chiaro.
Al che, l’illustre testimone rispose che la moglie di Cesare doveva essere al di sopra di ogni sospetto.
Insomma l’apparenza prima di tutto.
E’ giusto domandarsi  se nell’esercizio di un mandato pubblico oltre la legge debba esservi anche un codice deontologico che sanzioni quei comportamenti inopportuni anche se non penalmente rilevanti.
Certo se la moglie di Cesare apparisse solamente onesta, sarebbe ancor più grave  e  sarebbe ben accolta soltanto nelle società” puritane”.
Mai come in questi tempi sembra calzante questo celebre  modo di dire.

venerdì 18 febbraio 2011

Il laticlavio


Nell’antica Roma, il laticlavio ( latino: latus largo e clavium chiodo)  era una striscia di porpora che veniva portata sulla spalla, fissata su una tunica bianca, e che cadeva avanti e dietro in senso verticale per la lunghezza della tunica stessa.
Il laticlavio (la striscia più larga) era riservata inizialmente ai tribuni.I personaggi di ordine inferiore (i cavalieri) avevano diritto a portare sulla tunica solo una striscia di porpora più stretta, ovvero l'angusticlavio.
Successivamente l'usanza di portare il laticlavio si estese anche a vari altri dignitari di alto rango, e addirittura ai membri delle loro famiglie, che iniziarono ad indossare tale ornamento come segno di riconoscimento e distinzione. Per sineddoche nell'epoca moderna il termine si riferisce ad altri dignitari come i Senatori
Chissà se tutti i parlamentari delle legislature  contemporanee conoscono questo alto segno di riconoscimento?

mercoledì 16 febbraio 2011

Cicero pro domo sua

Vi sono frasi celebri tramandate dall’antica Roma che saranno sempre usate in tutte le lingue nel mondo intero.
Si tratta della famosa locuzione Cicero pro domo sua (tradotta letteralmente significa Cicerone a favore della sua casa)  che deriva dal titolo di un'orazione tenuta da Marco Tullio Cicerone contro Publio Clodio Pulcro.
In questa arringa, De domo sua ad pontifices ("Sulla propria casa, al collegio pontificale" 57 a.C), Cicerone chiede di riavere l'area e i fondi per ricostruire la sua casa, confiscatagli durante l'esilio e con una parte delle proprietà del Palatino consacrata alla dea Libertas; egli dichiara questa consacrazione invalida per ottenerne la restituzione.
La locuzione per estensione viene citata all'indirizzo di chi difende con fervore una causa propria, o di chi si esalta nel far valere le proprie ragioni.
La citazione tuttavia  assume oggi anche una valenza negativa e per questa ragione Cicero pro domo sua si dice rivolti a una persona, in preferenza con cariche o funzioni pubbliche, che nella sua posizione di potere si preoccupa eccessivamente di perorare proprie cause per il proprio vantaggio personale.


lunedì 14 febbraio 2011

Mistero e simboli delle cattedrali gotiche

Le cattedrali gotiche sono rappresentative di un’architettura rivoluzionaria rispetto al romanico.
Hanno elementi di fascino ed in qualche modo di mistero per la ricchezza dei simboli in esse  contenute.
Vediamo sinteticamente  alcuni caratteri simbolici.
Il labirinto : è presente soprattutto sui pavimenti delle cattedrali un percorso  a meandri circolari che simboleggia  un itinerario spirituale, una sorta di cammino interiore che porta l’uomo dalla terra al cielo. Il centro quindi non è altro che la città di Dio, la Gerusalemme celeste.
La cupola: ha un duplice significato. Come Dio discende sull’altare nell’abside , così l’uomo ascende al cielo attraverso la porta solare.
I campanili: di solito sono due ed hanno un significato  recondito ben preciso in quanto rappresentano sul lato destro la Misericordia e sul lato sinistro la Giustizia.
La pittura sul vetro: le vetrate delle cattedrali sono tanto grandi da far quasi pensare ad un edificio di cristallo dove ogni elemento è luminosità e trasparenza. Ogni finestra era composta da più pezzi poi ricomposti insieme
Le sculture: sono a colori, alla stregua di quanto accade nei templi greci. La policromia finisce nel XVIII secolo cioè l’età della ragione, epoca in cui il disinteresse oer l’arte religiosa lasciò che la pioggia ed il tempo dilavassero completamente il colore delle cattedrali.

sabato 12 febbraio 2011

La cottura a bagnomaria : una tecnica alchemica?

E’ di moda parlare ai nostri giorni di esoterismo e di alchimie tutte culture che intrecciano scienza e magia e che si tramandano dai tempi antichi.
Sono "scienze" (si fa per dire)  di origine orientale ed islamiche, che hanno raggiunto il culmine della loro notorietà nel medioevo ove monaci e persone di cultura andavano alla ricerca della pietra filosofale.
Chi direbbe mai ad esempio che il sistema per riscaldare denominato come bagnomaria traesse origine dall’alchimia?
Si propria quella tecnica molto usata in cucina e soprattutto in pasticceria: cioè un sistema per riscaldare, cuocere o distillare indirettamente con lo scopo di avere un maggior controllo sui risultati quando si trattino ingredienti particolarmente delicati.
Sull'invenzione del bagnomaria ci sono versioni discordanti: alcuni la attribuiscono all’alchimista Miriam l’ebrea figura leggendaria dell’alchimia, altri ad alchimisti dell’alto medioevo. La versione più accreditata è comunque  la prima, tramandata da un autore del IV secolo Zosimo di Panopolis, secondo cui, Maria la Giudea avrebbe sperimentato il metodo del bagno in acqua (Balneum Mariae  per imitare le condizioni naturali e riscaldare lentamente miscele di varie sostanze (elisir) e produrre in questo modo oro o altri metalli preziosi.
Insomma torrone, budini, creme caramel e ricette di marmellata sono il frutto di un processo alchemico e come tale magico e misterioso

giovedì 10 febbraio 2011

Le sette meraviglie del mondo dell'antichità

Sono meraviglie che  hanno  sempre destato nel corso dei secoli grande interesse dal punto di vista architettonico, letterario ed artistico.
Enumeriamole sinteticamente:
La piramide di Cheope di cui nel riquadro.  Una delle costruzioni più grandi mai realizzate dall'uomo che s'innalza verso il cielo da parecchie migliaia di anni nella piana di Giza in Egitto. 

Il Tempio di Artemide. E’ annoverato per la sua stupenda architettura, realizzata nella parte più antica da Creso
Il faro di Alessandria: fu progettato nel periodo di Alessandro il Grande dall’architetto Dinocrate e portato a compimento da Tolomeo figlio di Lago, prima satrapo poi re d’Egitto
Il mausoleo di Alicarnasso: è una tomba a carattere monumentale- che secondo gli antichi autori è attribuita ad Artemisia . La sua datazione è probabilmente il periodo intercorrente tra il 353-351 a.C..
Il Colosso di Rodi : è  attribuito questo termine alla statua gigantesca di Helios che la città dorica di Rodi innalzò in ricordo della vittoriosa resistenza all'assedio di Demetrio Poliorcete.  
Ed infine
I giardini pensili , di cui ci parla Erodoto, erano luoghi fantastici realizzati in pietra giustamente considerate nel novero delle sette meraviglie. 
Le sette meraviglie hanno dunque un fascino particolare per l’intera umanità  perché sono testimonianze di un passato affascinante che ha subito nel corso dei secoli radicali trasformazioni politiche, sociali e culturali.

martedì 8 febbraio 2011

Narciso e il narcisismo

Un giovane bellissimo, figlio del fiume Cefiso e della ninfa Liriope si era innamorato della propria immagine specchiata nell’aqua.
Tentò di abbracciarla e cadde annegato nella fontana. Secondo un’altra versione del mito egli si lasciò morire presso la fontana. Il mito di Narciso è celebre e ci è stato tramandato dai Greci e Ddai Romani e per questi ultimi dal grande poeta Ovidio che ne parla nelle “Metamorfosi”
E’ un racconto mitologico complesso sempre attuale in tutti i secoli.
Infatti molti e forse tutti in qualche momento della vita sono dei Narcisi, cioè degli innamorati di sé stessi.
In alcuni casi il fenomeno entra in uno stato patologico ben descritto nei manuali di psichiatria.
Il narciso è  dunque colui che non riesce ad amare altri, perché troppo attratto da sé stesso e come tale diventa un soggetto molto turbato dal punto di vista sociale.
Questo mito è stato sovente ritratto da grandi artisi e tra questi uno per titti Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.

lunedì 7 febbraio 2011

La crestomazia

E’ un termine molto difficile e usato soltanto in ambienti culturali e letterari.(dal greco chrēstomátheia, studio di cose utili).
Significa  un’antologia o meglio una raccolta o selezione di brani significativi, spesso commentati, delle opere in prosa o in versi, degli studi, dei motti, delle sentenze  di uno stesso autore o di autori vari, già in uso presso Greci e Romani;
E’ il titolo dell'opera di un certo Proclo, forse il grammatico Eutichio Proclo (II secolo) che fu istitutore dell'imperatore romano  Marco Aurelio, che rappresenta un’importante fonte di informazioni sui poemi perduti che compongono, con Iliade ed Odissea il ciclo epico.
La crestomazia, anche se in un ambito ristretto, è soprattutto nota, per l’opera lasciata dal poeta  Giacomo Leopardi che ha avuto il merito di introdurre in Italia questo nuovo istituto letterario:l’antologia per brani scelti intesa a fornire non più soltanto un repertorio di esempi di bello scrivere, ma una veduta d’insieme della letteratura italiana.
Nelle intenzioni di Leopardi l’opera era rivolta soprattutto ai “giovani italiani studiosi dell’arte e dello scrivere”

sabato 5 febbraio 2011

La simbologia di Sant'Antonio Abate

 
In Oriente, come in Occidente ha avuto un ruolo fondamentale nella storia e nella cultura il monachesimo che assume ovviamente connotazioni diverse.
In oriente il monachesimo è soprattutto meditazione e si distingue in cenobitismo ed anacoretismo,mentre in Occidente prende sopravvento la regola di San Benedetto da Norcia ispirata al motto ora et labora.
Qui non intendiamo addentrarci nella storia del monachesimo, ma soltanto incentrare l’attenzione su Sant’ Antonio Abate, il monaco taumaturgo per antonomasia.
Antonio nacque a Coma in Egitto  intorno al 251.Figlio di agiati agricoltori cristiani, abbandonò le agiatezze e seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità.
La sua iconografia è molto ricca. E’ rappresentato come un vegliardo con lunga barba bianca e saio da anacoreta, nel deserto sempre nell’atto di subire le tentazioni del deserto (riquadro centrale del trittico di Bosch)
Attributo principale di Sant’Antonio Abate  è la gruccia a forma di T detta croce di Sant’Antonio molto diffusa in Egitto e tra i Copti.
Un altro attributo è il porcellino con una campanella che accompagna sovente nell’iconografia il Santo.  
Il grasso del porcellino in epoca posteriore  fu utilizzato dai monaci antoniani nel XI secolo ad arles in Francia per curare i malati di Herpes Zoster ( il popolare fuoco di Sant'Antonio)
Sant'Antonio  è considerato comunque il protettore di tutti gli animli domestici e non solo del maiale.

giovedì 3 febbraio 2011

Panem et circenses

E’ un modo dire assai efficace che tradotto dal latino Pane e giuochi (del circo).
E’ un’espressione che si ripete nel corso dei secoli e sta ad indicare che un sistema politico, qualunque esso sia, distribuisce pane e regali a tutto il popolo per guadagnarsi il suo favore.
Nel caso specifico di Roma antica, questo modo di dire introdotto da Giovenale si riferisce ai ludi di vario genere nel Circo Massimo e successivamente al Colosseo concessi al Popolo a cui è anche distribuito pane a volontà.
Per estensione, la locuzione, invero già applicata nella Repubblica romana, è stata successivamente usata, soprattutto in funzione critica, per definire l'azione politica di singoli o gruppi di potere volta ad attrarre e mantenere il consenso popolare mediante l'organizzazione di attività ludiche collettive, o ancor più specificatamente a distogliere l'attenzione dei cittadini dalla vita politica in modo da lasciarla solo alle élite.Con intenzione simile, si è usata l'espressione Feste,farina e forca per definire la vita nella Napoli del periodo borbonico, in cui all'uso di feste pubbliche e di distribuzioni di pane si accompagnava la pratica di numerose impiccagioni pubbliche come dimostrazione della capacità del potere politico di assicurare il mantenimento della legalità.In sintesi  “panem et circenses” ha senza dubbio una connotazione negativa e degradata della vita politica di un Paese.

martedì 1 febbraio 2011

Se non è zuppa è pan bagnato

E’ molto frequente nel linguaggio corrente questo modo di dire che non sempre è usato tuttavia  in un modo corretto.
Andiamo alle origini etimologiche
Zuppa deriva dal gotico “suppa” (da cui la voce tedesca suppe, quella francese soupe e quella inglese soup) che significa esattamente “fetta di pane bagnata”. Ecco che quindi il detto assume  un senso preciso ed indica due modi diversi di chiamare la stessa (povera) pietanza. Con il tempo poi il significato gastronomico di “suppa” è cambiato, in quanto la zuppa è diventata qualcosa di più ricco ed elaborato, fatta con brodo, verdure, odori .
 Non si cita questo proverbio tuttavia per parlare di cucina.
Il proverbio “se non è zuppa è pan bagnato” viene  riferito a un fatto o una dichiarazione che, anche se chiamata o presentata in modo diverso, è sostanzialmente la medesima. E’ tutto sommato un modo di dire accattivante e convincente, meno diretto e, quindi, meno verace. Insomma può essere considerata anche una presa in giro.
Quando si parla ad esempio di riduzione dell’organico per mascherare un licenziamento
Oppure quando si dice escort per non dire prostituta.
Anche non c’è una vera crisi, ma i prezzi sono più alti.
Sono tutte espressioni  esemplificative edulcorate tendenti ad esprimere lo stesso concetto.
Cioè se non è zuppa è pan bagnato.