La moglie di Cesare deve non solo essere onesta, ma anche sembrare onesta.
Dovrebbe non solo essere pura e fedele ma anche apparire impeccabile e seria a tutti coloro che la frequentano.
Quale è l’origine del celebre modo di dire?
Ci viene tramandato da Plutarco, che,nel decimo capitolo della Vita di Giulio Cesare, ci dice che in occasione di una festa dedicata alla dea Bona, cui potevano partecipare soltanto le donne, Pompea, moglie di Cesare, accolse nella sua abitazione, un suo spasimante, Publio Clodio, travestito da suonatrice.
L’inganno tuttavia venne scoperto e Clodio fu scacciato via ei trascinato in tribunale.
Cesare, fu citato come testimone. Alla domanda del pubblico ministero, rispose che non conosceva personalmente Clodio e che non sapeva nulla delle sue malefatte. Il magistrato non sembrò’ convinto di quella risposta e pregò il dittatore di essere più’chiaro.
Al che, l’illustre testimone rispose che la moglie di Cesare doveva essere al di sopra di ogni sospetto.
Insomma l’apparenza prima di tutto.
E’ giusto domandarsi se nell’esercizio di un mandato pubblico oltre la legge debba esservi anche un codice deontologico che sanzioni quei comportamenti inopportuni anche se non penalmente rilevanti.
Certo se la moglie di Cesare apparisse solamente onesta, sarebbe ancor più grave e sarebbe ben accolta soltanto nelle società” puritane”.
Mai come in questi tempi sembra calzante questo celebre modo di dire.
Mai come in questi tempi sembra calzante questo celebre modo di dire.
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