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giovedì 21 aprile 2011

Utopia ed ucronia

Già nei banchi della scuola secondaria, quando si studia filosofia, a partire da quella  greca, si parla dell’utopia cioè alla lettera qualcosa che non ha alcun luogo.
L’utopia di cui sono memorabili opere come quelle di Tommaso Moro ( vedi riquadro), e di Campanella  è un’ipotesi di lavoro ed in particolare la descrizione di una situazione ideale avulsa da qualunque condizionamento e difficoltà.
Lo studio dell’utopia è di fondamentale importanza al pari di quanto si fa in termodinamica ove si studiano i gas ideali ed i gas reali.
All’utopia si accompagna l’ucronia detta anche storia alternativa o allo storia.Si tratta di un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale.
L’ucronia prefigura situazioni storiche che non sono avvenute. Ad esempio cosa sarebbe accaduto se Napoleone avesse vinto a Waterloo ed ancora se la battaglia di Azio del 31 aC in cui prevalse Ottaviano su Marco Antonio  fosse andata diversamente.
Fantapolitica perché in storia non esistono né se, né ma., ma estremamente utile perché descrive società ideali al pari di quanto fecero anche i cosiddetti socialisti utopisti.

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