Vediamone anzitutto l’origine e per questo motivo riportiamo il testo di un comando contenuto nel regolamento da impiegare a bordo dei legni e dei bastimenti della Marina del Regno delle Due Sicilie del 1841.
napoletano « All'ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora: chilli che stann' a dritta vann' a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann' a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann' ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann' bascio passann' tutti p'o stesso pertuso: chi nun tene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'll à". N.B.: da usare in occasione di visite a bordo delle Alte Autorità del Regno. » | italiano « All'ordine Facite Ammuina, tutti coloro che stanno a prua vadano a poppa e quelli a poppa vadano a prua; quelli a destra vadano a sinistra e quelli a sinistra vadano a destra; tutti quelli in sottocoperta salgano, e quelli sul ponte scendano, passando tutti per lo stesso boccaporto (buco); chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là. |
Sembrerebbe un palese falso storico in quanto gli storici riportano che la marina borbonica fosse invece molto efficiente
Si tratterebbe quindi di uno dei tanti aneddoti denigratori sulle forze armate borboniche definite come l'esercito di Franceschiello e confezionati a fine propagandistico dai piemontesi per screditare il Regno delle due Sicilie e la dinastia dei Borbone..
Di questo falso passo del regolamento in questione esistono copie, vendute ai turisti nei mercatini di Napoli anche oggi, che riportano a firma quelle dell'Ammiraglio Giuseppe di Brocchitto e del "Maresciallo in capo dei legni e dei bastimenti della Real Marina" Mario Giuseppe Bigiarelli.
Il facite ammuina non nascerebbe affatto da un regolamento della marina borbonica, ma trarrebbe origine da un fatto storico realmente accaduto
.Un ufficiale napoletano, Federico Cafiero (1807 - 1889), passato dalla parte dei piemontesi già durante l'invasione del Regno delle due Sicilie venne sorpreso a dormire a bordo della sua nave insieme al suo equipaggio e messo agli arresti da un ammiraglio piemontese, in quanto responsabile dell'indisciplina a bordo. Una volta scontata la pena, l'indisciplinato ufficiale venne rimesso al comando della sua nave dove pensò bene di istruire il proprio equipaggio a "fare ammuina" (ovvero il maggior rumore e confusione possibile) nel caso in cui si fosse ripresentato un ufficiale superiore, con lo scopo di essere avvertito e contemporaneamente di dimostrare l'operosità dell'equipaggio.
E’ dunque un modo di dire molto divertente,molto diffuso anche nel linguaggio comune per dimostrare la massima confusione organizzativa contrabbandata per efficiente ed operosità.
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