Pagine

lunedì 20 settembre 2010

Cosa significa essere laici

Il termine laico (sostantivo e aggettivo) assume nella lingua italiana connotazioni e sfumature diverse a secondo del contesto .
Procediamo con ordine.
Il termine introdotto da Tertulliano è largamente usato in campo ecclesiastico per definire la classe dei fedeli che non hanno preso l’ordine sacro.
Nella chiesa cattolica vi è infatti una precisa gerarchia in si si collocano in ordine :vescovi. Presbiteri, diaconi e laici e questi ultimi nel corso degli anni hanno acquisito sempre maggiore ruolo.
Non è un caso peraltro che nella chiesa quando si dice "ridotto allo stato laicale"si indenda riferirsi a coloro che per determinati ragioni non esercitino più la funzione sacerdotale, pur rimanendo nell' ambito della Chiesa.
Se si cambia contesto e si fa riferimento a quello politico .sociale il termine laico assume un’accezione ben diversa in quanto si definisce "laico" colui che si contrappone a "clericale" o comunque ,in termini storici più generali, colui che crede nella netta separazione tra Stato e Chiesa
Da questo termine derivano  poi le parole laicità e laicismo ben diverse tra loro.
Laicità è la concezione di uno stato laico vale a dire in cui non vi sia intromissione della chiesa, ma non necessariamente in contrapposizione della Chiesa di cui si riconosce il ruolo.
Laicismo invece, come tutti gli ismi, rientra nell’ambito di quelle dottrine filosofiche sviluppatesi durante la rivoluzione francese ed il Risorgimento  che hanno posto in evidenza una marcata contrapposizione nei confronti della Chiesa e del suo potere temporale.
Come vedete non tutto è semplice anche perché l’uso del termine laico qualche volta è usato a sproposito.

Nessun commento:

Posta un commento