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mercoledì 1 giugno 2011

La sindrome di Stendhal

Tra le affezioni psicosomatiche non infrequenti  si annovera come frequente la sindrome di Stendhal il grande scrittore e viaggiatore in Italia nel 1800.
Egli, essendo stato personalmente colpito dal fenomeno durante il suo Grand Tour del 1817, ne diede una prima descrizione che riportò nel libro "Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio":
"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce a Firenze, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere." 
Tale disagio invalidante costituito da tachicardia, capogiro, vertigini, confusione ed anche allucinazioni soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati è stato compiutamente studiato soltanto a partire dagli ’80 del secolo scorso
Nei casi più gravi il visitatore durante una permanenza in un museo  è colpito da una grave forma di isteria che può portare anche alla distruzione dell’opera d’arte.

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