Tra le tante vicende narrate dalla Bibbia vi è quella di Giuditta ed Oloferne.
"Rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano, ubriaco fradicio (Giuditta 13,2)... Avvicinatasi alla colonna del letto che era dalla parte del capo diOloferne, ne staccò la scimitarra di lui; poi, accostatasi al letto, afferrò la testa di lui per la chioma e disse: "Dammi forza, Signore Dio d'Israele, in questo momento". E con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa ( Giuditta 13,6-8)...Poco dopo uscì e consegnò la testa di Oloferne alla sua ancella….”
E’ una storia talmente intensa di emozioni, di sensazioni e di tragedia da essere immortalata da grandi artisti.
Ma chi era Giuditta? E’ un’eroina che salvà la sua città di Betulia dall'assedio di Oloferne, generale del re assiro Nabucodonosor, uccidendolo dopo un banchetto in cui era stato fatto ubriacare, decapitandolo e portando poi il capo ai suoi concittadini
Così narra la Bibbia:
La storia è interpretata in tanti modi nella storia dell'arte.
Ad esempio Botticelli mostra una Giuditta dolce e malinconica di ritorno a Betulias con la sua seva che porta la testa di Oloferne
Michelangelo negli affreschi della Cappella Sistina rappresenta l’uccisione di Oloferne da parte di Giuditta in connesion con altri monenti di salvezza di Israele
Nella scultura di Donatello in cui il trionfo sembra mescolato a dedizione
Anche Tintoretto e Rubens, Cranach il Vecchio e Paolo Veronese ed altri in epoca successiva si sono ispirati a questo tema.
Caravaggio rappresenta l'episodio biblico della decapitazione con molto dettaglio,
fissando l'acme emotivo nell'immagine di Oloferne
Peculiare è la raffigurazione da parte di Artemisia Gentileschi che conferisce al tema una visione pienamente drammatico che ha veduto alcuni critici a vedervi il desiderio femminile di rivalsa rispetto alla violenza sessuale subita da parte di Agostino Tassi.
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