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lunedì 11 luglio 2011

Voli pindarici

Il volo pindarico è un modo di dire ricorrente nel linguaggio quotidiano.
Trae spunto dalla letteratura grca ed in particolare da Pinfaro il grande cantore grco nativo di Cinocefale, presso Tebe, nel 518 a.C., da una nobile ed agiata famiglia originaria della Beozia
Autore di importanti carmi epici, viaggiò a lungo e visse e scrisse per sovrani e famiglie importanti. Cantò, come negli Epinici  i modelli di un ideale umano in cui si coniugavano bellezza e bontà, prestanza fisica e sviluppo intellettuale.
Cosa sono  insomma i voli pindarici? Null’altro che arditi passaggi, da un’idea che si va sviluppando ad un’altra completamente estranea al filo logico fino allora seguito.
E’ difficile  da spiegare, ma se ne può avere un’idea  rileggendo i Sepolcri di Foscolo: là dove il poeta celebra le tombe dei grandi in Santa Croce a Firenze, e subito dopo, da un verso all’altro, “vola” altrove evocando la battaglia fra Greci e Persiani a Maratona.
Questo è, appunto, un “volo pindarico”, il passaggio originale e ardito da un argomento all’altro, pur nel contesto di una struttura  unitaria. Può assumere un duplice senso negativo cioè divagare e "saltare da un argomento ad un altro senza logica,ma anche, positivo e cioè saltare sì, da un argomento ad un altro, però, mostrando fini capacità digressive nonché competenze, mantenendo un filo conduttore nel discorso.

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